Contacto

GIOVANNA VIVIAN

teléfono: 96 341 12 91

E-mail: giovannavivian1965@gmail.com

Las clases se imparten en RUZAFA

Calle Puerto Rico 46, pta 6

46006 VALENCIA


martes, 18 de septiembre de 2012

LE PAROLE SONO IMPORTANTI

Assisi - Santa Chiara - Dicembre 2011
Foto di Giovanna

Dice Nanni Moretti nel film Palombella Rossa:
"Chi parla male, pensa male, e vive male .
Bisogna trovare le parole giuste, le parole sono importanti."

No so se tutti hanno delle parole preferite. La mia in italiano è FALEGNAME.
E in spagnolo MOGOLLÓN.
In francese me ne piacciono tante, adoro
il suono strascicato di quella lingua latina e germanica allo stesso tempo.
RIVIÈRE, VOYELLE, BORDEAUX....
E in inglese? Che ne dite di COPYCAT?
E come mi piace la parola  Peace, scritta così,
con la sua grande P maiuscola, ha una sua speciale bellezza visiva...
Si accettano proposte per la parola più bella in italiano.
Siete invitati a partecipare!


viernes, 7 de septiembre de 2012

LETTERE E NUMERI

Sara piccolina in braccio a Giovanna
foto di Camilla Vivian - ottobre 2004

Lo scorso agosto la mia nipotina Sara di 9 anni mi dice: "Lo sai Giovanna che so disegnare con il corpo le lettere dell'alfabeto?". E si mette a contorcersi , per esempio aprendosi a triangolo per formare una grande A, piegandosi in avanti e arrotondando le braccia per rappresentare la B, creando una curva con tutto il corpo per la C...e così via. Era molto carina e contenta di questa sua capacità.
Pochi giorni dopo mi sono trovata a leggere un libro di Aldo Nove, "Amore mio infinito", non un capolavoro, ma un  libretto da leggere per passare un paio d'ore di relax.
E in una pagina comincia a raccontare: "Una volta da bambino mi è venuta la febbre altissima, ero a letto e sentivo che i numeri mi venivano addosso. Il numero uno non mi faceva paura perché era piccolo, era come le caramelle che all'oratorio costavano una lira ciascuna. Il numero due era un po' più grande e spigoloso con l'uncino che si ripiegava su se stesso come il cappuccio di un monaco inginocchiato. Il numero tre era morbido, come un arco piegato due volte, come una spiaggia divisa dagli scogli. Il numero quattro era serio, seduto con le gambe incrociate a pensare. Il numero cinque un po' sciocco, camminava nella matematica con la pancia e il berretto di baseball. Il numero sei solitario e prepotente e però l'unico che aveva capito tutto della vita, un filosofo che passava tutto il giorno a pensare. Con il tempo, il numero si trasformava in una specie di sedia a dondolo. Il numero sette era il più allampanato di tutti, alto, segaligno e cinico, in fondo una persona triste, che fa battute taglienti per togliersi d'impaccio in qualche modo, per sottrarsi a una vita che detesta. Il numero otto mi sembrava una specie di Buddha anziano, uno che ne ha viste di tutti i colori e preferisce parlare poco. Il numero nove era mia madre, stanca e tesa sempre, alla ricerca della perfezione nel mettere di nuovo a posto la casa. Il dieci una locomotiva sicura di sé, spedita nel mondo dei numeri passava veloce trainando lo zero. L'undici era una coppia di gemelli che andavano male a scuola, stavano in fondo alla classe senza dire una parola e cercavano di passare molto inosservati. Il dodici un  signore anziano su un calesse che andava veloce a scompigliare i numeri che venivano prima, così. Il tredici era il più tremendo di tutti. Non  volevo vederlo, se lo pensavo chiudevo gli occhi, era un pescecane che arriva sulla spiaggia e aspetta nascosto. Quando vedevo il tredici urlavo. Allora veniva mia madre e mi diceva di dormire tranquillo, che dopo la febbre mi passava."

sábado, 1 de septiembre de 2012

LEGGERE DANTE IN TEMPO DI CRISI


Quando intorno al 1306/07 Dante inizia a scrivere la Commedia è uno sconfitto totale: è stato cacciato da Firenze, i suoi beni sono stati confiscati ed è condannato a morte.
Chi lo può difendere?  È così che nasce l'idea di scrivere un'opera che lo riscatti di fronte all'umanità, opera in cui gli abitanti della sua città, gli imperatori, i signori d'Italia, il papa, si trovano di fronte al giudizio di Dio.
Insomma, da una situazione di disfatta totale, Dante crea un 'opera che dopo tanti secoli non cessa di sorprendere, per la sua poesia, la sua arte e la sua attualità.
Perché allora, dati i tempi in cui stiamo vivendo, non mettersi a leggere o rileggere queste bellissime pagine, che sono anche rivelazione di come la lingua toscana si sia trasformata nell'italiano che oggi tutti parlano e amano, come lingua internazionale di cultura?
Consiglio vivamente, allora, questa lettura, che acquistando una piccola edizione tascabile come quella della Zanichelli, si può fare in qualunque caffè, parco e in riva al mare.

E.... chissà.... in questa immagine che riporto che libro ha Dante tra le mani.
Non siete curiosi anche voi?